L’ultimo post del tour presso le cooperative di comunità dell’Abruzzo è dedicato allo Zafferano D.o.p dell’Aquila, eccellenza conosciuta in tutto il Mondo. Dalla casa vacanza Torre del Cornone, situata nell’angolo meridionale delle mure di Fontecchio, ci siamo
recati a Bominaco 50 abitanti, frazione del comune di Caporciano in provincia
dell’Aquila.
In
questo bellissimo borgo medievale siamo stati accolti da Dora e Daniele Cassiani, due coniugi residenti
che collaborano per mantenere forte e vive le attività di accoglienza in questo
territorio. Guidati da loro abbiamo
visitato la Chiesa Abaziale di Santa Maria Assunta, esempio di architettura romanica abruzzese e
il bellissimo Oratorio di San Pellegrino, dove all’interno mostra affreschi
integri di scuola abruzzese del XIII secolo che rappresentano: infanzia di
Cristo, la Passione, il giudizio universale e episodi della vita di San
Pellegrino. Mancano in questi affreschi, che sono la raffigurazione della Parola di Dio, l'ultima cena e la Resurrezione che vengono rappresentate ogni volta che si celebra l'Eucaristica.
Terminata la visita ci siamo spostati
alla volta di Civitaretenga, antico borgo di 200 abitanti appartenente all'unica frazione di Navelli. Nell’Ostello del Convento di
S. Antonio abbiamo partecipato all’evento "vi presentolo zafferano" diretto dal presidente del
consorzio di tutela dello zafferano D.o.p dell’Aquila Massimiliano D’Innocenzo.
Al convegno era presente anche il presidente e il consiglio direttivo della "Cooperativa Altopiano di Navelli", la stessa che confeziona lo zafferano D.o.p nelle bustine per poi partire
per tutto il mondo. La cooperativa è composta da 80 soci dislocati in tutta la
zona di produzione dello zafferano dell’Aquila D.o.p, tutti i soci sono
agricoltori e trasformatori del prodotto. Il consorzio di tutela, per incentivare i
giovani ed avvicinarli a questo tipo di agricoltura, da tre anni e in via
sperimentale, dona a 10 giovani 50 kg di bulbi ogni anno, ottenendo un buon
riscontro per l’adesione al consorzio di tutela.
La lavorazione si divide in varie fasi: ad agosto i bulbi vengono prelevati dal primo terreno, vengono rimosse le tuniche esterne e i bulbi vengono selezionati in base alla grandezza. Dopo questa operazione vengono trapiantati nel secondo terreno. Ad ottobre avviene la raccolta: ogni giorno all’alba i fiori vengono prelevati uno ad uno e posti in ceste di vimini. Gli stimmi vengono separati dagli stami e dai petali del fiore. Gli stimmi poi vengono messi su un setaccio e fatti seccare sulla brace.
Lo zafferano arriva a Navelli grazie al monaco domenicano Santucci, il quale nel 1230 portò dalla Spagna alcuni bulbi di zafferano, ed ebbe il merito di introdurre per la prima volta in Italia la pregiata spezia. Lo Zafferano chiamato anche l’oro rosso per questi territori, rese l’Aquila un paese ricchissimo, basti pensare che nel libro mastro della parrocchia di Paganica, ci troviamo nel 600, lo zafferano era la moneta contante per le famiglie dell’epoca. Sempre in quel territorio, nel 1890 si ebbe una produzione certificata di 770 kg. Oggi il consorzio certifica appena 20 kg di zafferano. La riduzione della produzione si ha negli anni dopo il dopoguerra: lo zafferano dell’Aquila non è più ricercato perché troppo costoso rispetto a quello che proveniva da altri paesi. Il prezzo era addirittura 10 volte inferiore e per questo motivo negli anni 60 i contadini iniziarono a distruggere i bulbi e a darli per pasto agli animali perché considerata non più redditizia.
Nel 1971 grazie a Silvio Salvatore Sarra, nacque la Cooperativa Altopiano di Navelli che riuscì a salvare la produzione e la presenza dello zafferano nel territorio aquilano. Una lunga risalita fino al riconoscimento della D.o.p per lo zafferano dell’Aquila da parte del Ministero delle Politiche Agricole avvenuto il 4 Dicembre 2002. Il consorzio commercializza lo zafferano dell’Aquila D.o.p in polvere, mediante macinatura degli stimmi tostati o in filamenti, ovvero stimmi tostati integri. Il prodotto viene venduto in bustine di carta o vasetti di vetro, sono escluse le confezioni di plastica.
La lavorazione si divide in varie fasi: ad agosto i bulbi vengono prelevati dal primo terreno, vengono rimosse le tuniche esterne e i bulbi vengono selezionati in base alla grandezza. Dopo questa operazione vengono trapiantati nel secondo terreno. Ad ottobre avviene la raccolta: ogni giorno all’alba i fiori vengono prelevati uno ad uno e posti in ceste di vimini. Gli stimmi vengono separati dagli stami e dai petali del fiore. Gli stimmi poi vengono messi su un setaccio e fatti seccare sulla brace.
Lo zafferano arriva a Navelli grazie al monaco domenicano Santucci, il quale nel 1230 portò dalla Spagna alcuni bulbi di zafferano, ed ebbe il merito di introdurre per la prima volta in Italia la pregiata spezia. Lo Zafferano chiamato anche l’oro rosso per questi territori, rese l’Aquila un paese ricchissimo, basti pensare che nel libro mastro della parrocchia di Paganica, ci troviamo nel 600, lo zafferano era la moneta contante per le famiglie dell’epoca. Sempre in quel territorio, nel 1890 si ebbe una produzione certificata di 770 kg. Oggi il consorzio certifica appena 20 kg di zafferano. La riduzione della produzione si ha negli anni dopo il dopoguerra: lo zafferano dell’Aquila non è più ricercato perché troppo costoso rispetto a quello che proveniva da altri paesi. Il prezzo era addirittura 10 volte inferiore e per questo motivo negli anni 60 i contadini iniziarono a distruggere i bulbi e a darli per pasto agli animali perché considerata non più redditizia.
Nel 1971 grazie a Silvio Salvatore Sarra, nacque la Cooperativa Altopiano di Navelli che riuscì a salvare la produzione e la presenza dello zafferano nel territorio aquilano. Una lunga risalita fino al riconoscimento della D.o.p per lo zafferano dell’Aquila da parte del Ministero delle Politiche Agricole avvenuto il 4 Dicembre 2002. Il consorzio commercializza lo zafferano dell’Aquila D.o.p in polvere, mediante macinatura degli stimmi tostati o in filamenti, ovvero stimmi tostati integri. Il prodotto viene venduto in bustine di carta o vasetti di vetro, sono escluse le confezioni di plastica.
La zona di produzione dello “Zafferano
dell’Aquila” comprende il territorio dei comuni di : Barisciano, Caporciano,
Fagnano Alto, Fontecchio, L’Aquila, Molina Aterno, Navelli, Poggio Picenze,
Prata d’Ansidonia, San Demetrio nei Vestini, S, Pio delle Camere, Tione degli
Abruzzi, Villa S. Angelo. Nell’ambito dell’area la coltivazione dovrà essere
praticata in quei terreni posti ad un altitudine compresa tra 350 e 100 metri
s.l.m.
Dopo l’evento "vi presento
lo zafferano", siamo rimasti nel Convento di
S. Antonio di Civitarevenga dove abbiamo consumato la cena con piatti a base di zafferano preparati da Dina Paoletti, socia della "Cooperativa Altopiano di Navelli" e titolare dell'agriturismo Casa Verde dove si può degustare la cucina tipica locale con prodotti dell'azienda.
Un antipasto con formaggi prodotti dal marito di Pina, tra cui un pecorino stagionato due anni, risotto allo zafferano, ravioloni di ricotta di pecora conditi con passata di pomodoro di Civitarevenga, agnello locale, cicerchie e bignè allo zafferano.
...dopo questo fantastico tour mi sono convinto che il risotto alla zafferano è nato in questo luogo.
...dopo questo fantastico tour mi sono convinto che il risotto alla zafferano è nato in questo luogo.
Se vi trovate in queste zone, potete alloggiare presso L'Ostello del Convento di
S. Antonio che è gestito dall’Associazione Pro – loco di Navelli. La struttura si compone di 7 stanze in grado
di ospitare gruppi, famiglie, coppie o singoli, per un totale di 20
posti letto; inoltre, è dotata di bagni donne e uomini, di uno spazio
per le prime colazioni, di un soggiorno per gli ospiti e di una sala
multifunzionale dove organizzare convegni, conferenze, scuole
residenziali, workshop, ecc.
Per informazioni e prenotazioni: Pro Loco di Navelli, Via del Municipio, 31, 67020 Navelli (AQ) tel. 0862 959158 prolocodinavelli@gmail.com http://www.facebook.com/pages/Associazione-Pro-Loco-di-Navelli/136055409738772?ref=hl "
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