Rucule ‘nfarinat e Fritt -Poesia Sott’ O Fuculare -

Ci sarebbe da scrivere una poesia su questo fritto che ha accompagnato i ricordi dei bambini di un passato non molto lontano, quando la nonna…. rint ‘o ruot, sott ‘o fucular, frijeva ‘e rucule  ‘nta farina…
Non si può descrivere la sensazione di questa bontà…
Pur con l’aiuto del web, sono state vane le mie ricerche nel trovare questo tipo di verdura; qualcosa di molto simile c'è, ma non è quella che vedete in foto.
Beh! una ragione me la sono fatta, questa pianta  che non e’ in vendita in nessun supermercato, è possibile reperirla in quegli orti presso qualche vecchietto che si dedica a coltivazioni casarecce di ortaggi e quanto altro possa definirsi ancora genuino. E’ possibile che nel corso dei secoli essa abbia  subito mutazioni che ne hanno anche variato la sua struttura originaria, anche grazie ai giochi che la natura stessa pone in essere, malgrado la mano dell’uomo. Infatti , i più la confondono con la rucola o la ruchetta. Ma questa è un’altra storia, figlia della precedente.
Chiedi e ti sara' dato, Franco ha accolto il mio appello e mi ha inviato la Poesia che avevo invocato.

SOTT’O FUCULARE
Un ritorno al passato, non molto remoto, su un’infanzia vissuta con piacere. A rammentare, per averne ancora il ricordo vivo, la struggente bellezza di momenti  che non ti lasciano mai, tanto da lasciare tracce indelebili, anche nelle odierne quotidianità. Di questi ricordi, specialmente i sapori di quei tempi, non cessano di essere autentiche realtà legate a quelle genuinità di cui tanto si sente il bisogno…..Con le NOTE si dà anche la traduzione di qualche termine….non più in uso.


Nun è nu’ fattariell’e tiemp antiche,
ma ‘o vvero ‘e chella vita d’o passato,
che ll’uommene cchiù viecchie, cu’ ll’amiche
arricordano, parlanne: t’è scurdato?

Pur’je, turnann’arreto cu’e pensieri,
all’ann ‘e quanno ero piccerillo,
mo’ m’arricordo comm foss ‘aieri,
cu poche pazziarelle e ‘nu vattillo.

Me steva ‘nzino comme foss’a mamma,
‘o ccarezzavo c’a manella, e addora
e, na frittura ‘e rucule c’a nzogna,
nun se fermava arint, jeva ‘a fora.

A’ ggente a’llà ppe tuorno ‘a voce,
aizava comme stesseno cu’ nnuie,
ce’a date ‘na pezzella cu’ ‘na noce,
e nuie priamm’a Dio assiem’a vvuie?

A tiana ‘ncopp’o trebbete vulleva,
cu ‘e stèlle che sparavano scintille,
‘o ffuoco allèro, allèro che jardeva,
pareva ca pur’isso ce traseva.


Accarezzava ‘o pignatiello ‘e creta,
chiìn’e fasule russe, chianu, chiano,
‘a vrasa ‘e chellu ffuoco, pur’addrèta,
reva calore comm’accarezza ‘a mano.

E na carezza vera, po’ ‘nt’o suonno,
cchiù fforte ‘e na’ jurnata ‘e fantasia,
‘nt’e bbracce fort e ddoce ‘e nonna mia,
ca ‘nzieme a Dio, ce guard’all’atu munnoche 
                                                                               di Franco Russo                     


Stèlle= pezzi di legna spaccata, utilizzata per alimentare il fuoco sotto il “trebbeto”;
Trebbete= (tripode) manufatto metallico utilizzato per il pentolame in rame, molto usato tempo fa e ancora in voga, di varie misure  ed adatto all’uso che se ne deve fare;
Vrasa= brace.
NOTE della Traduzione.
RUCULI=  un tipo di verdura molto usata a quei tempi e ancor tutt’ora, un po simile alla rucola, ma non uguale.
PIGNATIELLO= un orcetto con due maniche, in creta, adatto a stare vicino alla brace del focherello, usato tutt’ora,      che dà una cottura costante, saporita e genuina a legumi e non solo.
Ingredienti: 
Rucola a foglia larga 
1/2 Kg di Farina "0" 
1/2 Kg Farina di Semola
Sale 
Olio per Frittura (Na' Vot' a nzogna)
Procedimento: 
Selezionare dal ceppo grande i Ruculi centrali, lavarli in abbondante acqua per due tre volte 
Sbollentarli per 5-6 minuti in abbondante acqua salata,Scolarli in una scolapasta e lasciarli per una 30 minuti in modo che si asciughino bene.
Infarinare i Ruculi nella farina e friggerli in abbondante ma non troppo olio. (non li deve coprire)  
Un fritto dal sapore unico, consiglio di accompagnarlo con pane fresco e un bel bicchiere di Rosso.
B   U   O   N       A   P   P   E   T   I   T   O
Traduzione poesia SOTT’O FUCULARE
Una traduzione, inevitabilmente, provoca l’annullamento della rima. Ma, tant’è.
VICINO AL CAMINO
Non è un fatterello dei tempi antichi,
ma la realtà di una vita trascorsa,  
che gli uomini più anziani, c on gli amici,
ricordano, parlando: ti sei scordato?

Anch’io, tornando indietro coi pensieri,
agli anni di quand’ero piccolino,
or lo ricordo come fosse ieri,
con pochi giocattoli ma almeno un gattino.

Mi stava in grembo come se fossi la mamma,
lo accarezzavo con la manina, e l’odore
di una frittura di ruculi con la sugna,
non si fermava dentro, andava fuori.

La gente del vicinato la voce,
alzava come stesse insieme a noi,
ci date una frittella con una noce,
e noi preghiamo Dio insieme a voi?‘

La pentola sul tripode bolliva,
con i pezzi di legna che sparavano scintille,
il fuoco allegramente che ardeva,
sembrava che anche lui partecipava. 

 (il fuoco)Accarezzava il pignatiello di creta,
pieno di fagioli rossi, piano, piano,
la brace di quel fuoco, pure indietro,
dava calore come accarezza una mano.

E una carezza vera, poi nel sonno,
più forte di una giornata di fantasia,
tra le braccia forti della nonna mia,
insieme a Dio, ci
guarda dall’altro mondo.

49 commenti

  1. Che splendida poesia....che dolce ricordo per accompagnare uno straordinario fritto...che mi piace!!!!!! Essenziale e profondo ....sempre straordinario!!!!!!!!
    COMPLIMENTI PASQUALE!!!!!!!!

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    1. Grazie Renata bisogna dare una scossa ai giovani e fargli capire che la Strada e' la cucina della Tradizione.
      A presto

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  2. Pasquale...GRAZIEEEEEEE!!!!!mi emozioni sempre con i tuoi post onorande le mie radici partenopee!!!Ma....non conosco questa verdura!!Devo chiedere ai miei genitori!!!Dev'essere una delizia incredibile!!!Ma o si utilizza QUELLA verdura o nulla..credo che sia un po' come i friarielli, non sono come le cime di rapa ed è impossibile tentare di paragonarli ad essi. Appena riesco a scendere in Camapnia ne andrò alla ricerca:-)Intanto ti auguro un'ottima giornata piena di sole!!

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    1. Questa Verdura e' una delizia per il palato, giusta la tua osservazione, e friarielli non sono assolutamente le cime di rape.Vi aspetto con piacere.
      A presto

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  3. grande, pasquale! mi hai fatto venire la pelle d'oca, anche perchè il mio papà questo tipo di "vruoccoli" li pianta ancora nella sua ridente campagna! ah, la nostra terra! quanto mi manca! grazie per questa bella condivisione e la prox volta che mi arriva il pacco con queste bontà li provo, anche se senza focolare!!!!
    buona giornata
    spery

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    1. Concordo con te Spery W la nostra terra che ci riesce a dare ingredienti eccellenti.
      buna giornata

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  4. che meraviglia.. molto originali

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  5. ma non è che parli de papagni??? li conosci?

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    1. Conosco i papagni che e' una verdura del beneventano, questa gioppa e' diversa appartiene alla famiglia della rucola e’ possibile che nel corso dei secoli essa abbia subito mutazioni che ne hanno anche variato la sua struttura rendendola per me UNICA.
      Grazie e a presto

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    2. Gentilissima Gioppa, si inserisce l'autore della poesia, che al di là della passione letteraria, sicuramente figlia di studi umanistici, è anche figlio di questa terra, nel senso più agricolo possibile, per averla coltivata ed....amata (tutt'ora). Non so se nel beneventano, come dice Pasquale, ci possa essere un'erba denominata così, ma qui, dalle nostre parti "i papagni" sono i papaveri che crescono, non solo nel grano. Come verdura è possibile utilizzarla (foglie verdi e petali rossi) in cucina, ma con molta attenzione, perchè nella corolla centrale vi sono tanti piccolissimi semi neri considerati efficace stupefacente, quindi pericolosi! Per questo motivo non è stata mai apprezzata come verdura da utilizzare in cucina, proprio per la timorosità legata a quella realtà.Per "il rucolo" di cui parlas Pasqaule, si è fortunati se al momento si trova ancora qualcosa nell'orto, perchè a causa del calore, esso esplode nella sua fioritura e quindi ne indurisce la struttura fino diventare incommestibile.

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    3. Onestamente non so se i papagni di cui ho memoria siano i papaveri. Noi li raccoglievamo selvatici nei campi, non ricordo corolle ma solo parti verdi. E sono buoni ma così buoni fritti col peperoncino...poi magari ci si sballava un po' :))) e si dava la colpa al vino rosso ??? :)) non saprei! baci

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    4. Cara Gioppa, non pensarmi come quello che ha la risposta ad ogni cosa....I papagni sono selvatici eccome. Voi nelle vostre escursioni (penso tra maggio e giugno)li trovavate allo stato più rigoglioso e fresco, quindi la corolla di cui è stato cenno in precedenza non era così sviluppata come nella sua maturità, quindi poco appariscente. Tuttavia i suoi semini erano embrionali, ma esistenti, onde per cui, avendo voi usato tutto, proprio perchè teneri, inevitabilmente, ne avete assorbito tutti gli aspetti fisio-chimici contenuti. Da lì quello stato euforico di cui parli. Il fatto che lo racconti poi, sta a dimostrare che tutto è andato bene...allora! Il "rucolo", come ho anche scritto più avanti, ora è introvabile per colpe naturali.... Non ha a che fare, ne è parente del "papagno". Ti auguro ogni bene!

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  6. Sono un distratto per natura, nel Post non avevo firmato la Poesia che e' di Franco Russo, Bhe' ho rimediato aggiungendo la firma e mi scuso con Franco per la distrazione.

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  7. cosa c'è di più bello che onorare le proprie radici......Che siano in musica,in poesia o in cucina,sono sempre e comunque emozioni......Bravo tu che le riscopri dando a noi un pò del tuo cuore.....

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  8. una delizia questa verdura,assolutamente da preparare quanto prima:)

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    1. Verdura in via di estinzione, chissa' per quanto tempo ancora avremo la fortuna di portarla a tavola.Grazie Tina

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  9. Bravissimo, splendido post, c'è sempre da imparare!!!

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  10. Pasquale e Franco stanno diventando una coppia che sa regalare emozioni. Fosse anche un ricordo di una ricetta di quando eravamo bambini... ma che bello! Sarà che sono una sentimentalona, ma a me questi ricordi, questi racconti mi riempiono di serenità! Ben venga anche la ricetta, naturalmente!!!!

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    1. Ciao Elly io e Franco siamo dello stesso paese, ci siamo conosciuti sul web e poi abbiamo preso un bel caffe' insieme confrontando le nostre idee che stiamo appunto mettendo in pratica.
      Franco e una gran bella Persona, con Spirito giusto e Battagliero.
      Grazie Elly

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  11. Grande ricetta e circondata da bei ricordi ancora migliori.
    Complimenti per il post e la ricetta che amo le verdure!
    baci ♥

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    1. Grazie Andrea che dal lontano Brasile condividi con Noi ricette ed emozioni.
      A presto

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  12. Carissimi Pasquale e Franco io questi rucule nfarinat e fritt non li ricordo proprio ne tanto meno ricordo che qualcuno me ne abbia parlato:questo mi dispiace perché fanno parte di una tradizione che mi è molto cara e che ogni tanto anche io cerco di ripercorrere attraverso qualche piatto che si sta ormai dimenticando.
    Anche stavolta la poesia ha una frase in particolare che mi ha molto colpita:nel sonno...tra le braccia forti della nonna mia.E ovviamente mi ha toccata perché per me non c'era momento più dolce e coccoloso che tuffarmi in quelle enormi e accoglienti braccia che mi davano tanta sicurezza e tanta fiducia di essere amata incondizionatamente.Grazie per la profondità dei valori e dei sentimenti che state trasmettendo.A presto!!!

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    1. Cara Antonietta, le poesie dialettali vanno lette in dialetto. Le traduzioni lasciamole a chi non lo capisce e quindi non ne intende il senso. Nel dialetto, invece, c'è una metrica ed un ritmo, cosa che, te ne sarai accorta, non c'è più nella traduzione. Non è un rimprovero, questo, credimi. ma è comm'e rucule.....che al momento non si trovano più per colpa ....del sole. Strano eh! Ciò che li alimenta, li porta alla morte. L'anno prossimo, ti prometto di non fartene mancare! E ti insegnerò a fare "le pezzelle di rucoli". La ricetta di Pasquale è stata una forma sperimentale...ben riuscita. Del resto Pasquale, con l'impegno che ci mette, tende sempre alla creatività. E fa bene, come fai tu! Di te ho letto tutto ciò che c'era da leggere in termini gastronomici. Brava!

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    2. Grazie Antonietta del tuo bel commento e del post dedicatomi.Mi piace sottolineare l'amore per le nonne, anche la mia Amata nonna era lo stesso e la poesia di Franco ci fa rivivere quei bei momenti passati vicino al camino.Non potro' mai dimenticare l'estrazione dei pinoli dalle pigne e dal profumo che essa emanavano....Ahhh Bei Tempi...
      Ora tocca a noi insegnare ai Nostri Figli quei Valori!!!

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  13. Ma che buona questa verdura fritta!!!!

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  14. ma che meraviglia lo sai io non conoscevo questo tipo di verdura ma sicuramente sara' fantastica

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    1. Giovanna e' davvero Fantastica e Unica.
      Grazie e a presto

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  15. nemmeno io conoscevo ricceta e verdura...avrei voglia di provarle..ma se come dici
    è difficile trovarla...dovro' accontentarmi di sapere dalla tua bocca della
    loro bonta'...Grazie Pasquale ..i tuoi post sono sempre interessanti!!
    ciaooo

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  16. Questo fritto deve essere veramente particolare!grazie per aver condiviso questa ricetta, come dici tu la nostra base deve essere la nostra tradizione.

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    1. senza le tradizioni si spezza la catena della Vita.
      A presto Chicca

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  17. Risposte
    1. Grazie Sandra, ci sara' di sicuro una sorpresa al tuo Contest.
      A presto

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  18. Un bellissimo ricordo, pieno di tenerezza, grazie per avercelo raccontato, a presto

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  19. bellissima ricetta...complimenti! :) Notte! A presto..Anna

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  20. Che spettacolo!!! Da appassionata di verdura, ti dico che mi piacerebbe da impazzire poter gustare un piatto così!!!!
    Sempre bello passare da te!!!!
    Un abbraccio!!!!

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  21. Le tue ricette sono nutrimento per lo stomaco e per l'anima...

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  22. Mi sembrava di conoscerla.... Un saluto e un abbraccio a Franco.

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  23. Scusate se m'intrometto da non Campana, ma dalle foto di questa verdurina mi sorge un sospetto: fossero quelli che altrove si chiamano "raperonzoli"? Mi piacerebbe che lo fossero, cosi' potrei provare questa bella ricetta cosi' piena di profumi e di affetti... Qualcuno sa rispondermi? Grazie e complimenti per il blog. CLARA

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  24. Ed ecco finalmente riesco a scriverti Pasquale con un po' di calma! Ho letto il tuo post con grande attenzione e ti ringrazio per tutte le emozioni che riesci sempre a trasmettere attraverso il cibo: passione per la propria terra e per il cibo sano, curiositá e conoscenza delle tradizioni e delle piccole differenze con altri cibi analoghi e se mi consenti... riconoscenza, nel mio caso. Per la tua grande generosità ed accoglienza, perchè io ho potuto degustare questa meravigliosa bontà per cui la gioia é stata doppia! Grazie di cuore amico, perché ho un po' la presunzione di credere che questo post tu l'abbia scritto anche un po' per me...
    grazie! ti abbraccio forte forte

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