Nnoglia di maiale
Il primo post del 2014 lo dedico al maiale e alle tradizione che ad esse sono legate.Si, proprio quelle tradizioni che oggi, causa vanagloria personale, vengono mistificate e trasformate.Il termine tradizione, dal vocabolario comune indica: "Trasmissione nel tempo, da una generazione a quelle successive, di memorie, notizie, testimonianze; anche le memorie così conservate".Potrò mai io raccontare tradizioni di un luogo dove non sono cresciuto??............Sarebbe solo un'offesa ai nostri avi.
Questo post racconta l'esecuzione di questo salume ('nnoglia) per tradizione, difficile da realizzare al giorno d'oggi, causa tanta delicatezza e benessere.Questo sono ricette di uomini e donne con gli attributi appartenuti alla vecchia generazione.Preciso che questa esecuzione non e' stata eseguita da me, non voglio vanti ma pretendo rispetto per la vera origine di questo prodotto.
Quindi ricercare su google questo prodotto ('nnoglia) di tradizione, e, farlo corrispondere alle tradizioni di un altra città diversa dalla propria, fa solo rabbia.
Non esiste una traduzione in italiano di questo salume('nnoglia). Chiamarlo doglia che affinità ha con il prodotto??????Siccome sono scarso nella lingua italiana, vi riporto il corretto significato di doglia :1 Dolore fisico o morale; SIN. sofferenza, tormento;2 al pl. Dolori che accompagnano il parto;3 ant. Lutto
Secondo Voi puo' questo salume trovare affinità con uno di questi significati????Questo post racconta l'esecuzione di questo salume ('nnoglia) per tradizione, difficile da realizzare al giorno d'oggi, causa tanta delicatezza e benessere.Questo sono ricette di uomini e donne con gli attributi appartenuti alla vecchia generazione.Preciso che questa esecuzione non e' stata eseguita da me, non voglio vanti ma pretendo rispetto per la vera origine di questo prodotto.
Quindi ricercare su google questo prodotto ('nnoglia) di tradizione, e, farlo corrispondere alle tradizioni di un altra città diversa dalla propria, fa solo rabbia.
Non esiste una traduzione in italiano di questo salume('nnoglia). Chiamarlo doglia che affinità ha con il prodotto??????Siccome sono scarso nella lingua italiana, vi riporto il corretto significato di doglia :1 Dolore fisico o morale; SIN. sofferenza, tormento;2 al pl. Dolori che accompagnano il parto;3 ant. Lutto
Chiudo la polemica, non e' meglio che si scriva delle tradizioni della tua terra o chiedere consigli a famiglie "padroni " di questa tradizione?? Il processo di industrializzazione ha generato il quasi abbandono dei prodotti tipici legati alla tradizione del nostro territorio.
Troppa industria nel piatto a discapito della qualità e del
gusto. Dei prodotti tipici a Marcianise ne sono rimasti davvero pochi , anche
perchè tutti sono legati alla trasformazione e lavorazione delle carni e delle
parti meno nobili del maiale.
Fino agli anni 60, quando la burocrazia e le industrie erano
meno frequenti, ogni famiglia di
Marcianise allevava almeno un maiale e fino agli anni ottanta cerano persone
disposte a comprarsi il maiale vivo allevato in porcilaia situati negli angoli
di grossi cortili. O puorc e cas.
Allevare un maiale in casa significava anche smaltire una
quantità di rifiuti (umido), infatti tutti gli avanzi di cibo era parte
dell’alimentazione del maiale, anche l’acqua di cottura della pasta veniva
recuperata per essere mescolata insieme alla crusca (ottenendo o Vron), ricca di
amido e data in pasto ancora calda, sarebbe servita per dilatare gli intestini
che poi venivano usati per insaccare la carne tagliata a punta di coltello di
conseguenza ne uscivano salsicce belle spesse.
Del maiale non si butta via niente e aiutava in un epoca non
molto recente a riciclare qualsiasi scarto commestibile di alimenti.
Il maiale veniva comprato alla fiera di santo Stefano che si
teneva a Capua il 26 dicembre o ancora più anticamente l’8 Dicembre in
occasione della festa dell’Immacolata nella piazzetta antistante il duomo di
Marcianise.
Ancora oggi in occasione di questa festa viene svolto sempre
nella piazzetta una piccola fiera di attrezzi agricoli e pentolame di creta .
Dopo circa un anno il maiale veniva sacrificato e
rimpiazzato subito da un altro. O ‘ ccirapuoch
era colui che in quel tempo veniva chiamato in casa per ammazzare il
maiale.
Veniva tirato fuori con forza dal porcilame con una corda a nodo che veniva
ancorata tra il muso e i denti,e adagiato su un ripiano basso (_veniva usata
molto la balla di paglia)tenuto fermo da 4-5 persone mentre o ccirapurch gli
tagliava la orta vicino la gola.
Subito era pronta una donna che con un recipiente recuperava
il sangue che fuoriusciva dalla ferita , il sangue serviva a fare il
sanguinaccio, un dolce tra cui ingrediente veniva aggiunto anche zucchero e
cacao amaro e veniva preparato in diverse versioni.
Si procedeva poi alla pulitura del pelo che veniva rimosso
dalla cotenna; si bagnava il pelo con acqua bollente e dopo pochi secondi
veniva rimosso il pelo con il rungillo ben affilato (attrezzo che serve per
tagliare i grossi tronchi di alberi).
Finita questa operazione il maiale veniva sospeso in
verticale per toglierci le interiora.
La pulitura delle interiora sicuramente e’ l’operazione che
richiedeva molta attenzione e selezione. Da queste parti meno nobili, nasce un
prodotto tipico del nostro territorio che i nostri avi hanno dato giusta
collocazione nella cucina nostrana: la nnoglia.
La nnoglia e’ un salume aperto di budella e ventre. Si utilizzano le parti dell’intestino grasso che in altre zone della Campania, prevalentemente in Irpinia, viene utilizzato per insaccare la soppressata e lo stomaco.
Ingredienti:
Ventre e intestini del maiale
peperoncino
aglio
finocchietto
sale
arance
limoni
Dopo la prima accurata pulitura fatta dall’ “accirapuorc”, vengono risciacquate e successivamente raschiate con un coltello capovolto (per intenderci senza utilizzare la lama).Dopo questo procedimento vengono sottoposti a concia di sale con limoni e arance tagliati a metà. Vengono lasciate per 3-4 giorni in un recipiente dove ogni giorno vengono risciacquate e conciate di nuovo con sale limoni e arance.
Al termine di questo procedimento il ventre e parte degli intestini vengono tagliati a striscie lunghe di 50-60 cm e larghe 1,5 e conditi con abbondante sale, aglio, peperoncino e finocchietto.
Insaccare il tutto con l'intestino grasso.
Pressare con la mano e chiudere l’altra estremità con lo stuzzicadenti.
Salare e stagionare per 30-35 giorni.
La nnoglia dopo la stagionatura.
E’ l’ingrediente principe della menestra ammaritata che viene consumata dai marcianisani il giorno della ricorrenza della Pasqua. Piatto tipico e inimitabile fatto con broccolo nero, menestra, cicoria, le parti della testa del maiale(orecchie muso, guanciale, tufoli, e altri parti carnose), il piede, la salsiccia di polmone e appunto la nnoglia.
Si può trovare la nnoglia, lavorata ancora con il metodo tradizionale presso L’antica Macelleria Andrea Laurenza, Via Madonna della Libera 68-70 Marcianise (CE).
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20 commenti
maròòòòòò mi piace un sacco...
RispondiEliminaanche nelle mio paaese nativo facciamo la nnoglia ovvero tipo di salsiccia prodotta con l'interiore del maiale e un pò di carne messa con le stesse spezie tutto chiuso nel budello come salame e consumata come hai consumata la tua...
prodotto di un tempo fà che arricchiva le zuppe o altro cosa che ora come hai detto tutto per tanto benessere vanno a scomparire ... però ogni tanto viene riprodotta....
complimenti davvero
lia
C'è un proverbio da noi che recita così:" Cu ammazza 'u porcu sta cuntentu n'annu". Ed è proprio vero! In Sila con il nome" nnuglia" si intende un salume confezionato con carne, lardo, fegato e polmone avanzati dalla lavorazione del maiale e aromatizzato con pepe nero, pepe rosso piccante in polvere e semi di finocchio.
RispondiEliminaPeccato che questi prodotti vadano a scomparire.
ma sai che non ne avevo mai sentito parlare, ma come tutte le ricette della tradizione, sicuramente da provare, a presto
RispondiEliminaBello tutto il post, letto tutto d'un fiato e rigirato subito ai miei genitori. Hai trattato con rispetto le tradizioni e la cultura della gente autentica che era quella di una volta non questi schizzinosetti di oggi. Mi haiportato alla mente tanti ricordi dei racconti di mio nonno e di mia mamma quando era bimba, dalle loror parti (alto lazio) non si produceva questo salume ma c'era la tradizione di preparare le budella e lasciarle seccare davanti al camino per poterle poi affettare e mangiare col pane. Bravissimo, in tanti dovrebbero raccontare così come hai fatto tu
RispondiEliminaBellissimo il tuo post, nn ne avevo mai sentito parlare.. ma mi piace un sacco!! Buona serata
RispondiEliminagran bel post ci hai fatto consocere una tradizione che credo pèochi conoscevano fuori dal territorio
RispondiEliminatu lo sai che le interiora io ci vado pazza? da buona fiorentina in casa mia almeno una volta al mese si mangia la trippa o il lampredotto.... e poi.... IO ADORO I CIBI TRADIZIONALI COME QUESTI!!!
RispondiEliminachissà che delizia!!!
Che post...che meraviglia! Non conoscevo assolutamente questo prodotto. Ti racconto un episodio che a che fare col maiale. Da bambina andavamo spesso a trovare un amico di mio padre che aveva varie bestie, tra cui un maialone (PIppo) a cui noi bambini davamo da mangiare. Una domenica tutti a casa dell'amico per fare la festa a Pippo...lo presero e lo sgozzarono davanti a noi bambini: ricordo ancora le urla...Ma ancora oggi preferisco chi alleva gli animali in casa e se li uccide per fatti suoi: trovo che sia molto meno vigliacco di come facciamo noi comuni mortali. Peccato che queste meraviglie restino nascoste ai più. Grazie cri
RispondiEliminaSono un lucano, quindi un "montanaro" amante di antichi sapori che ormai trovo solo in piccoli paesi dove "u porc' " si cresce solo in famiglia ( notare "cresce" e non alleva). La "Nnoglia" la possiamo trovare solo qui' e anche raramente raccomando quindi ai buongustai di assaggiarla se ne avranno l'occasione. Le ricette sono più o meno simili a quellle descritte nell'artcolo ma io l'ho mangiata anche affumicata e accompagnata da pane casereccio e ottimo Aglianico del Vulture (decisamente migliore di quello Sannitico). Chiudo citando un nostro detto: " N'davula è la nnoglia e chi la vol' se la taglia...(servitevi da soli)". ........Buona degustazione, Enzo (Lucano D.O.C.).
RispondiEliminaqualcuno sa indicarmi dove posso trovare in milano e provincia NNOGLIA grazie la vado a prendere di corsa
RispondiEliminadove posso ordinarla la noglia????grazie in anticipo...marcello.-
RispondiEliminaCiao Marcello, la nnoglia, lavorata ancora con il metodo tradizionale si puo' trovare presso L’antica Macelleria Andrea Laurenza, Via Musone 186 Marcianise.
RispondiEliminaA presto
Ciao Carissimo..mi puoi aiutare ???? non trovo recapito telefonico di questa fantastica macelleria.vorrei acquistare dei prodotti ,sono a Milano ....emai. ---- marcello.unida@hotmail.it --- ciao grazie
Eliminafantastico !!!!!...non posso morire prima di averla riassaggiata.....io li contatterei sicuramente ....ma lo sai che non c'è un telefono.!!!!!????? grazie a prescindere comunque.
RispondiEliminamarcello.
This is too informative. i like your post. thanks for share
RispondiEliminaOggi mi sono ripassato il procedimento di come si fa la Nnoglia per rifarla anche quest'anno.Da noi non la fa più nessuno. Noi la mangiamo fritta oppure ci facciamo il sugo per condire la pasta.
RispondiEliminaGrande Massimino, un abbraccio !
RispondiEliminavisit here Dolabuy Gucci discover here high end replica bags index replica wallets
RispondiEliminaIl molise non l'ha rubato ma era una cosa molto diffusa anche da quelle parti ,visto e vissuto da un figlio d'emigrato britannico/ Italiano come anche le ndriglie e cotechini
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