Senza quel titolo provocatorio nessun essere vivente avrebbe acquistato quel libro e nessuna radio e Tv l'avrebbe invitato nei dibattiti "Teng ragion J tien ragion tu".
Questo è uno dei tanti giochi che molti autori contemporanei adottano per attirare l'attenzione verso i propri scritti.
E' la storia di due mantovani, che proprio nell'anno in cui "La Cucina Italiana" è candidata ad avere il riconoscimento come patrimonio immateriale dell'UNESCO se ne escono con un libro dal titolo provocatorio "La Cucina Italiana non esiste".
Non ho letto il libro ma ho ascoltato molti interventi e interviste: monologhi senza logica, confusi, senza una linearità storica attendibile e con fonti a senso unico. Il titolo di questo libro andava bene negli anni '50, quando la scarsità degli alimenti e la fame la facevano da padrone, ma da allora c'è stato uno sviluppo economico e tecnologico senza precedenti per l'umanità e per la cucina è successo semplicemente la stessa cosa.
Ci sarebbe da scrivere un contro-libro, ma purtroppo le informazioni sono poche e spesso inventate dall'una e dall'altra parte, soprattutto sulle ricette. Oggi tutti parlano di cibo, ma nel 1800 solo il 12% sapeva leggere e l'assumere cibo era un aspetto legato alla sopravvivenza.
Tra i vari argomenti lo scrittore rivendica che agli inizi dello scorso secolo la cipolla la faceva da padrona nella amatriciana e adesso invece è un sacrilegio parlarne. Non parliamo poi della pizza o della carbonara, che a detta sua, non hanno niente a che vedere con la nostra cultura e tutti la rivendicano dagli Stati Uniti fino a Canicattì.
.......... i due poveri mantovani si sono fossilizzati in un pantano e non hanno tenuto in considerazione che la cucina ,con le tradizioni, sono in continua evoluzione grazie alla biodiversità dei territori e ai gusti delle diverse generazioni che si succedono. A questo si aggiunge il Genio Italiano che ha saputo trasformare piatti innocui in veri e propri capolavori.
Una polemica questa che vorrebbe contraddire uno dei maggiori esperti a livello internazionale di storia dell'alimentazione nonché presidente del comitato scientifico della candidatura della "Cucina Italiana" a patrimonio dell'UNESCO il prof. Massimo Montanari.
E come dice lo slogan: la cucina italiana non appartiene all'Italia, la cucina italiana appartiene al mondo.
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