L'unico nero è quello di seppia,... il carbone lo lasciamo alla befana

Il cuoco di oggi si trova in grave difficoltà nel rappresentare la propria identità e la propria idea di cucina. Il motivo va ricercato nel suo  DIo; la voglia di emergere e dare l'impronta alla propria idea sta ridicolizzando l'intero settore. In questo discorso non includiamo i blogger altrimenti non finiremo più il discorso. Io ho fatto, io ho inventato, questa ricetta è mia, la mia matriciana, la carbonara ai carciofi, il cacio e pepe vegano, gli spaghetti alle vongole perfetto, la ricetta originale di......., potremmo scrivere un papelo di piatti tradizionali storpiati solo per dare un impronta personale.
In tutto questo parapiglia, mai avrei immaginato che la mente umana avesse osato colorare  i cibi di nero usando il carbone vegetale.
Esso non dobbiamo dimenticare che viene usato in caso di diarrea e flatulenza connessa alla diarrea, impiegato anche nell'avvelenamento per contrastare l'assorbimento della sostanza ingerita.
Pane, pasta, biscotti, pizze e addirittura la mozzarella di bufala, tutti alimenti colorati di nero  il tutto glorificato e acclamato come una toccasana per la salute, il digestivo o l'antidiarrea incorporato nell'alimento.
In America l'uso alimentare del carbone alimentare vegetale, a causa della sua potenzialità cancerogena è vietata. Non si può escludere la presenza di benzopirene ed altri idrocarburi altamente nocivi. Il carbone vegetale una volta arrivato nello stomaco, lega a se, i veleni ma anche  i nutrienti e i farmaci assunti.
Per questo motivo il carbone vegetale va assunto lontano dai pasti e dall'assunzione di medicinale. Qui sta tutta l'incongruenza a metterlo nell'alimento.
In ultimo vorrei aggiungere il divieto nella tab2, del Reg UE n° 1129/2011 che NON consente l'utilizzo di nessun colorante in : Pane e prodotto simili, ma non solo, ma in nessun ingrediente utilizzato per preparare il suddetto prodotto: Acqua, farina, sale, malto, zucchero, miele, burro, e latte. Si potrebbe configurare la violazione dell' art. 50 del CP
Pasta fresca al Nero di Seppia 
100 gr Farina 00
100 gr Farina di Grano Duro Rimacinata
Acqua
Nero di Seppia
1 Uovo 
Procedimento la Pasta 
Sulla spianatoia mettere la farina, al centro mettere l'uovo, un pizzico di sale e iniziare a impastare. Man mano che impastavo  ho aggiunto  l’acqua fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea, ho aggiunto poca acqua alla volta facendola ben assorbire prima di aggiungerne altra. Ho lasciato l’impasto riposare sulla spianatoia coperto a campana con una ciotola per almeno mezz’ora prima di stenderlo per fare i ravioli. Fare lo stesso procedimento per la sfoglia nera, va aggiunto in più il nero di seppia.
Tirare la pasta col mattarello su una spianatoia infarinata dopo di che’ tagliarla a strisce larghe e passarla con  la sfogliatrice  regolandola fino al penultimo scatto. 
Disporre il preparato per il ripieno sulla sfoglia ogni 2 cm circa. 
Prendere un albume d'uovo montarlo e spennellare nella parte dove avvera' la giunzione con l'apposita rotellina, tagliarli e i ravioli sono pronti . 
Il colore nero rappresenta  è la negazione del colore, messo su una scala insieme al bianco sono i due estremi, l'inizio e la fine. In un piatto il nero non colora un bel niente e rappresenta la negazione assoluta. Indica un atteggiamento estremista che fa male alle tradizioni e al buon cibo.  

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